
Mi sembra di svuotare una clessidra…
La società in cui vivo mi ha costretto a convivere col mio stesso odio e condividere le sofferenze di un mondo al quale sento di non appartenere.
Vorrei soffocare nella più totale imparzialità i miei giudizi sulle circostanze, dando inizio alla rivalsa di una razionalità superiore a quella dimostrata fino ad ora.
In tale modo che la gente impari a stare in un mutismo irreale ancora prima di percepire l’impulso di parlare, per permettere al pensiero di trovare tempo col quale nutrirsi ed evolversi.
Ma per quanto ho visto l’automiglioramento si è rivelato infine autodistruzione, mentre l’autodistruzione…essa è l’ultimo grido disperato di un cuore che non vuole ancora arrendersi alla razionalità che salverebbe il mondo.
Una persona, fondamentalmente, altro non è che il differente combinarsi di circostanze, attitudini ed esperienze che la portano a scoprire i lati differenti di un “Io” in realtà inesistente, poiché esso è frutto di una società ingiustamente rinnegata, sebbene creata dagli stessi che ora la ripudiano.
E sebbene io sia parte integrante e cosciente di ciò che di peggiore potrebbe essere classificato nelle vostre memorie sono tutt’ora pienamente convinta che l’ingiustizia che in questi secoli si è radicata nella nostra società abbia una profonda realtà di perfezione.
Sono stata arruolata nei ranghi di coloro che combattono con la spada ma senza scudo, a causa della mia attitudine, ma ciò non mi ha impedito di evidenziare la mia lieve singolarità, rimanendo comunque parte integrante della realtà sociale cui appartengo.
i miei imparziali giudizi su ciò che mi circonda altro non hanno fatto che danneggiare chi mi stava attorno, soprattutto le persone che provavano, o ancora provano, affetto nei miei confronti, questo perché non si sono ancora piegati alla superiorità di una vita razionale, e pagano con sofferenza e dolore l’ostinazione dei loro cuori.
Ho ancora impresse sulla retina le immagini di secondi passati, che non verranno rimosse sebbene spiacevoli, perché è anche grazie al dolore che l’evoluzione fa il suo corso.
è come svuotare una clessidra: si proseguirà comunque, col tempo alle strette, la sabbia negli occhi, tentando inutilmente di ottimizzare i 61 s/min.